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Cozze nell’oceano atlantico…

March 27th, 2009

Se penso alle persone solitarie dell’universita’ – quegli individui che studiano da soli, li vedi camminare da soli, e dopo pochi giorni dall’inizio del corso riescono a posizionarsi nella mente degli altri come fantasmi invisibili – mi sento ancoar in un mondo in cui c’e’ qualcosa da scoprire.

E’ bello pensare – osservandoli ridacchiare incontenibilmente di vicende che altri raccontano ad altri ancora – a come in fondo la solitudine non sia necessariamente tristezza. Quando una persona e’ triste dovrebbe cercare negli altri le indicazioni stradali per tornare sul proprio percorso, il modo di tornare le cose con felicita’.

Ma quando una persona e’ felice, allegra, forse e’ il momento di chiudersi un po’ ogni tanto e guardarsi dentro, perche’ facendolo coscientemente si finisce col nutrire quella parte di noi che ha bisogno del silenzio per venire fuori. Ovviamente non sempre, senno’ sai che conversazioni tristi…

A conferma del discorso che ho appena concluso, il fatto che le persone silenziose sviluppano spesso delle nevrosi. Sono dettate dal fatto che ormai la comunicazione non e’ piu’ il karma del nostro modo di vivere, ma e’ diventata la nostra vita. E’ diventata piuttosto l’unica cosa che ci e’ rimasta da vivere.

Questa comunicazione e’ cosi’ deforme, cosi’ esasperata, che e’ persino invadente. Ed ecco che svaniscono i momenti per stare da sioli con se stessi. E la repressione si sa, genera rabbia appunto repressa, che sfocia in nevrosi. 

E quando una persona si rassegna a comunicare, a parlare senza sosta – anche se trascuriamo le persone malintenzionate -, si riduce ad un’altra nevrosi, quella di non riuscire piu’ a stare da soli. Perdono la propria solitudine, il proprio silenzio, il proprio spazio, e infine la propria identita’, perche’ ha senso solo quando e’ immersa in mezzo agli altri.

Siamo come delle cozze in un mare di messaggi bombardati a destra e a sinistra. Ma siamo cozze, perche’ siamo poveri e sottomessi, guarda un po’, proprio ai malintenzionati che si decide di trascurare.Non possiamo nemmeno goderci l’oceano. O si finisce nell’ipocrisia di una pescheria che diventera’ la nostra casa, o al piu’ si finisce col filtrare la merda del mare di persone che parlano, parlan, parlano…

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